Una notte d'ottobre


______________________________________________________________________________________________________________________________

SOSTIENI "UNA NOTTE D'OTTOBRE",

SOSTIENI VOCI DI DENTRO

UNA GOCCIA, TANTE GOCCE FANNO UN MARE













MINICLIP from vocididentro on Vimeo.




lunedì 21 maggio 2018

.


Nessun commento:

Posta un commento

La scena si svolge in una stazione di una città di provincia. Alle ore nove di sera arriva un treno, un uomo con una valigia scende e inizia a camminare, s’inoltra in un via vai di gente. L’uomo si ferma spaventato da tutta quella confusione, infatti, è come se quelle persone cercassero un riparo o forse un esilio come autodifesa. Un andarsene da quella città dove nessuno riesce a capire che cosa sta succedendo, che cosa è già successo e soprattutto quello che da lì a poco succederà. Per quanto riguarda il taglio di regia, considerato il periodo storico di ambientazione del testo, era preferibile utilizzare la formula della tecnica dello straniamento brechtiano che è sostanzialmente una tecnica relativa alla comunicazione. In sostanza in questo lavoro teatrale si individua chiaramente la natura costruttiva del linguaggio, un linguaggio che non è un semplice mezzo di comunicazione, ma un sostanziale produttore della realtà e che quindi la comunicazione non si limita a registrare una realtà data ma è uno dei fattori che la determinano. In sostanza gli attori non immedesimano completamente i personaggi ma conservano quel distacco che possa sollecitare una critica da parte del pubblico, che deve conservare la persuasione di trovarsi in teatro. La tecnica recitativa utilizzata è stata la gestica rispetto alla mimica, in quanto non c’era la necessità di manifestare un comportamento, ma evidenziare l’espressione di un sentimento, quindi una mediazione logica tra personaggi e pubblico. (Alberto Anello)
_______
Sono gli anni che preludono alla seconda guerra mondiale. Pervasa da un clima di sospetto e di totale asservimento alla propaganda che invoca costantemente devozione, sempre più cieca, all'ideologia nazista, la società tedesca paga a caro prezzo la rinuncia all'affermazione di ogni dissenso politico radicale. L'acquiescenza alle decisioni del potere costituito impone la cessazione delle libertà fondamentali a cui ogni uomo, per sua natura, aspira. Dall'esilio volontariamente scelto, Erika Mann abbraccia la letteratura militante come strumento di lotta politica e scrive le storie, tutte realmente accadute, che si dipanano in una piccola cittadina bavarese tra il 1936 e il 1938. Per stessa ammissione dell'autrice, i protagonisti dei fatti narrati non possono che essere gente comune: il commerciante, la moglie militante nel partito, una coppia di fidanzati, l’industriale. I personaggi sono vittime, ma non mettono mai in discussione il regime direttamente, per manifesta incapacità di tener testa al delirio collettivo. È quello che accade contemporaneamente in tutto il Novecento nei Paesi europei e dove i regimi totalitari sono in lotta perenne contro i loro stessi popoli. Prendendo le mosse dal clima e dallo stato psichico di un'intera nazione nel Terzo Reich, lo spettacolo teatrale "Una notte d'ottobre", liberamente tratto dall'opera di Erika Mann, vuole essere un invito alla riflessione, sull'importanza di mantenere viva la memoria tra le nuove generazioni e tenere sveglia la coscienza contro il rischio che si ripetano i drammatici eventi storici che hanno seminato morte, paura e distruzione. (Carla Viola)